LA COLLABORAZIONE
La collaborazione nasce dalla stima e dall’amicizia fra due realtà radicate nell’Irpinia e con una proiezione internazionale, e dai fattori che accomunano Essedue Eyewear e la Cantina Luigi Tecce, ma prim’ancora dalle persone che la compongono, Stefano Scauzillo e la sua famiglia e Luigi Tecce.
Territorio, passione, idealità, tradizioni, famiglia, sono elementi che hanno reso possibile quest’alchimia.
Questi aspetti hanno plasmato la nostra biografia, i nostri rapporti umani, densi, intensi, icasticamente raccontati dalla regia di Ettore Scola, irpino di nascita, che ha messo in scena proprio i nostri rapporti umani, famigliari, i legami con il territorio e le esperienze singolari e vere, fatte di gioie e traumi, tratteggiando i volti e caratteri unici della nostra terra. In tale contesto nasce l’idea e il brand Essedue. Qui nasce la famiglia di ottici in cui si radica il sogno di Stefano Scauzillo e di tante ragazze e ragazzi che dal 2012 in poi si sono innamorati del sogno di indossare la bellezza, l’arte, il design sul volto, tramite gli occhiali.
alchimia
L’alchimia era il processo che, durante il medioevo, grazie alle conoscenze naturali, filosofiche ed esoteriche racchiuse nei saperi di pochi uomini si riusciva a trasformare il piombo in oro. Così questa metafora storica restituisce il senso del rapporto e della cooperazione sorti fra Essedue e Luigi Tecce per realizzare una capsule di occhiali Essedue ispirata a tre vini iconici della cantina Luigi Tecce.
POLIPHEMO, MAMAM E CALIPSO
Poliphemo, Mamam e Calipso: tre vini dalle ispirazioni cromatiche differenti, un rosso aglianico, un bianco e un rosé cui i designer di Essedue hanno tratto ispirazione per tre occhiali di differenti tonalità di colori dell’acetato color “havana”, e rispettivamente tre colori di lenti corrispondenti. La scelta dell’ “havana” riguarda la storia dell’occhialeria, essendo il colore tradizionale, principe delle montature da cui sono nate le varianti cromatiche.
Alcuni concetti, come filigrana, arricchiscono questa collaborazione. Parole chiave che ritornano con frequenza nello storytelling delle due realtà imprenditoriali. Quali, ad es., territorio, identità, radici. E sono enucleabili in determinate endiadi la cui potenza rappresenta proprio questo connubio, come, “culture e colture”, vale a dire, l’attenzione alla cultura identitaria, fattore di trasmissione di saperi di generazione in generazione, e linfa sociale ed economica per il territorio. Infatti, i valori di Stefano Scauzillo sono similari a quelli di Luigi Tecce per cui i saperi sono stati trasmessi di padre in figlio, di nonno a nipote. E un’altra endiadi è “occhio alla terra”: assai più pregnante di senso della prima, ossia l’attenzione alla terra, alla natura, alle radici, da praticare e sviluppare tramite il senso per eccellenza, la vista. Ma anche il senso interiore in grado di percepire e distinguere il buono dal malvagio, il bello dal buono, il giusto dall’infame, cioè, ancora, la vista. Baruch Spinoza, il filosofo delle passioni, prim’ancora era un ottico e disse: “la libertà è un effetto ottico”, va sostanziata ed incarnata di valore per strapparla all’illusione.